Senza farsi annebbiare da tanto d'altro, la notizia del giorno (link) è indubbiamente la decisione presa dalla Presidente argentina Cristina Fernandez di "espropriare", nazionalizzandone il 51%, la YPF alla Repsol.
Roba grossa, che produrrà scompensi geopolitici e macroeconomici e che a me ha fatto pensare ad una cosa che avevo letto tempo fa e che riguarda anche il petrolio.
Non sarà di sicuro la prima volta che sentite parlare del fatto che l'oro nero è un resevoir limitato in esaurimento. Cioè, per dire, che quello che c'è c'è ed è sfruttabile: il resto non si formerà in tempi umani (magari anzi saremo proprio noi a formarlo. Per dire con un colpo di scena macabro. ndEm). Quindi non c'è una ricarica della riserva: quando finirà finirà. Non è una novità, lo so.
Il punto, semmai, su cui riflettere è: come finirà? Nel senso: il declino sarà dolce e geologicamente gestibile?
La risposta è no, almeno probabilmente. Ed è proprio questo, quello che mi è venuto in mente.
L'Effetto Seneca.
fonte effettocassandra |
A tal proposito, metto due link, per chi fosse interessato, dove il Prof. Ugo Bardi (docente di Chimica-Fisica presso l'Università di Firenze) parla dell'argomento dal suo blog Effetto Cassandra.
"Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostri beni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si produce e, invece,l'incremento è graduale, la rovina precipitosa.”
Lucio Anneo Seneca, Lettera a Lucilius, n. 91
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